Golpe di Stato
Per cinquant’anni c’è stato un «convitato di pietra»
con cui la politica italiana ha dovuto scendere a
patti: il golpe, che si è rivelato uno strumento
imprescindibile di ricatto per condizionare le
istituzioni. Nei decenni, eversione neofascista, P2,
criminalità organizzata e formazioni paramilitari nate
sotto l’ombrello del Patto Atlantico hanno trovato
nel collante dell’anticomunismo lo strumento per
evitare lo scivolamento a sinistra del Paese. Il libro
ricostruisce, dunque, un lungo arco della storia
italiana: è un periodo in cui stragi, repressioni e
terrorismo hanno rappresentato solo alcune delle
manifestazioni più visibili di moti che hanno
obbedito a un doppio ordine, non sempre
alternativo: lavorare per l’instaurazione di uno Stato
autoritario e stabilizzare il potere politico che ha
governato l’Italia del dopoguerra. Ma se già a metà
degli anni Settanta l’ipotesi del golpe militare era
stata dismessa a favore dell’infiltrazione nelle
istituzioni, nelle viscere dello Stato sono
sopravvissute mai sopite pulsioni autocratiche. A
testimoniarlo, la storia dell’ultimo ventennio del
Novecento quando, ancora una volta, sono tornati
nomi, organizzazioni e strutture degli anni più bui.
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