Cosa Nostra spiegata ai ragazzi

È il 1989. La seconda guerra di mafia ha insanguinato la Sicilia e imposto sull’isola la dittatura armata dei corleonesi di Riina, ma non è ancora giunto il momento dell’attacco al cuore dello Stato. Nonostante questo, il giudice Borsellino – di fronte agli studenti di un liceo di Bassano del Grappa – racconta una storia che, a 30 anni di distanza, sorprende ancora per la sua triste attualità. Con parole semplici, chiare e dirette, il magistrato delinea un quadro inquietante fatto di omicidi, estorsioni e rapimenti. E lo fa di fronte a ragazzi del Nord Italia, una realtà apparentemente lontana da certi scenari. Ma i tentacoli della piovra sono lunghi e Borsellino lo sa bene. E con questo discorso cerca di mettere in guardia la giovane platea, affinché impari a riconoscere la mafia in tutte le sue manifestazioni, dalle più eclatanti a quelle più nascoste e, per questo, insidiose. Un documento importante, che suona ancora oggi come monito troppe volte rimasto inascoltato.

Prezzo:

7.60

ISBN: 9788899784782

Anno di Uscita: 2019

Temi: pamphlet

Salvatore Borsellino

Salvatore Borsellino

Sono il fratello minore di Paolo Borsellino, il magistrato ucciso dalla mafia insieme agli uomini della scorta il 19 luglio 1992 a Palermo, in via D’Amelio. Da allora, sono in prima linea per sensibilizzare la gente al contrasto della criminalità organizzata, del malgoverno e delle collusioni tra politica e mafia. Nel 2008 ho fondato il sito www.19luglio1992.com e l’anno seguente, in occasione del 17° anniversario della strage di via D’Amelio, ho organizzato la prima “Marcia delle Agende Rosse” in collaborazione con il comitato cittadino antimafia “19 Luglio 2009”. Da questa iniziativa è nato il “movimento delle Agende Rosse”, che fa riferimento al taccuino su cui mio fratello scriveva appunti personali, supposizioni e dichiarazioni di collaboratori di giustizia. L’agenda rossa, dalla quale Paolo non si separava mai specie dopo la morte di Giovanni Falcone, è misteriosamente sparita dalla borsa che aveva con sé il giorno dell’attentato. Il processo a carico del carabiniere che si sarebbe appropriato degli effetti personali di mio fratello non è mai arrivato alla fase dibattimentale. Eppure l’agenda rossa quel 19 luglio 1992 c’era, eccome se c’era.