La Repubblica delle stragi

La storia occulta del nostro Paese viene scritta in sedici anni: dal 1978 al 1994. Il finto sequestro Sindona, la strage di Bologna, le bombe del Rapido 904, l’estate dell’Addaura e dell’assassinio Agostino, l’autoparco milanese di via Oreste Salomone e l’omicidio Mormile, i giorni della Falange Armata, quelli della Uno bianca e la militarizzazione del Paese con una serie di fatti di sangue e attentati apparentemente senza senso. Fino ad arrivare agli ordigni di Cosa nostra del ’92 e del ’93, segnali di una trattativa avviata dalla mafia con uomini delle istituzioni. Nel novembre 1993 però tutto sembra smorzarsi per poi tacere definitivamente nel febbraio 1994. Cos’è successo? Prefazione di Marco Travaglio.

Prezzo:

14.00

Pagine: 318

ISBN: 9788899784492

Anno di Uscita: 2018

Prefazione di Marco Travaglio

Salvatore Borsellino

Salvatore Borsellino

Sono il fratello minore di Paolo Borsellino, il magistrato ucciso dalla mafia insieme agli uomini della scorta il 19 luglio 1992 a Palermo, in via D’Amelio. Da allora, sono in prima linea per sensibilizzare la gente al contrasto della criminalità organizzata, del malgoverno e delle collusioni tra politica e mafia. Nel 2008 ho fondato il sito www.19luglio1992.com e l’anno seguente, in occasione del 17° anniversario della strage di via D’Amelio, ho organizzato la prima “Marcia delle Agende Rosse” in collaborazione con il comitato cittadino antimafia “19 Luglio 2009”. Da questa iniziativa è nato il “movimento delle Agende Rosse”, che fa riferimento al taccuino su cui mio fratello scriveva appunti personali, supposizioni e dichiarazioni di collaboratori di giustizia. L’agenda rossa, dalla quale Paolo non si separava mai specie dopo la morte di Giovanni Falcone, è misteriosamente sparita dalla borsa che aveva con sé il giorno dell’attentato. Il processo a carico del carabiniere che si sarebbe appropriato degli effetti personali di mio fratello non è mai arrivato alla fase dibattimentale. Eppure l’agenda rossa quel 19 luglio 1992 c’era, eccome se c’era.